Descrizione
Opera di Raimondo Colantonio
Tempera su tela, cm. 60×100
Unframed
Relitto
Una presenza massiccia, ostinata, si staglia tra cielo e mare. È un relitto: rugginoso, imponente, silenziosamente urlante. La prua, alta, ci sovrasta come un monito, un frammento di passato che si rifiuta di affondare. Pare farcisi incontro, con la sua mole spettrale contro l’orizzonte. Non galleggia, non affonda: resta. Immobile, inamovibile.
Attorno a lui, il mare, freddo, tagliente, quasi ostile, si tinge di riflessi smeraldo, incisi da scie rugginose e plumbee. E anche il cielo, contaminato da quell’ingombro, si arrossa di un bagliore livido, quasi radioattivo. C’è nell’aria il senso di una permanenza disturbante, di qualcosa che non si riesce né a ignorare né a dimenticare. Come un evento traumatico che si ostina a restare a galla nella memoria, questa carcassa occupa lo spazio, lo avvelena, lo fa suo.
Colantonio riesce in un’opera potente e poetica: trasforma un oggetto abbandonato in simbolo del tempo che non passa, delle ferite che non guariscono, della memoria che insiste a non dissolversi. Il mare si fa scenario e testimone di una resistenza muta, di una sconfitta mai del tutto consumata. Una pittura intensa, che trasuda vissuto, che parla il linguaggio di chi il mare l’ha vissuto davvero, dal ponte, dalla plancia, con la salsedine negli occhi e i ricordi incrostati come ruggine.
Maria Teresa Majoli, giugno 2025