Vincenzo Marano Rosa

Vincenzo Marano Rosa Pittura

 

Vincenzo Marano Rosa, nato a Firenze, vive da molti anni a Livorno.

La sua pittura figurativa è un colloquio intimo, denso di poesia e tenerezza. E’ un’impressione che fissa l’attimo sulla tela non con rapide pennellate, ma con un processo lungo e meditato. Un’impressione elaborata, digerita, restituita pacata, rispettosa, timida, tenera, languida, fino ad esplodere in qualcosa di caldo e avvolgente,  interiore ed intellettuale.

L’essenzialità nella raffigurazione del paesaggio non toglie nulla all’emozione, ma anzi, l’assenza di dettagli superflui e distraenti, la concentra e ne acuisce l’intensità. Ogni elemento narrativo sottratto alla rappresentazione, diviene una ricchezza espressiva e un’aggiunta poetica.

Il luogo e il momento, seppure perfettamente riconoscibili, non sono restituiti nella loro oggettività, ma tradotti in un linguaggio interiore.  Una sintesi nel tratto e nel colore, ricca di valore estetico, un’astrazione che permette di rappresentare non una contingente realtà, ma ciò che si cela al di là della cortina visiva per raggiungere una visione universale.

©Maria Teresa de Il Melograno

Così Vincenzo Marano Rosa parla di se stesso: alcuni pensieri raccolti senza un preciso ordine

Non credo ci sia bisogno di tante parole per parlare di pittura: importante è guardare o, meglio, vedere, i quadri.

Comunque…

 Il mio genere di pittura viene tecnicamente definito FIGURATIVO ASTRATTO: i paesaggi rappresentano la parte “figurativa”, realizzati con uno stile abbastanza tradizionale quale quello che possiamo ritrovare nel genere post- impressionista.

Ma non mi interessa rappresentare la realtà quale quella che è, ma quella che vedo.

Perciò questa parte figurativa intendo inserirla in un’atmosfera surreale di emozioni, atmosfera che deve occupare, di una mia tela, molto più della metà dello spazio, così da divenirne prioritaria.

Tecnicamente un fotografo noterebbe l’imperfezione:

di un’immagine non si può dedicare più della metà al cielo.

Un impressionista poi non si riconoscerebbe affatto nel genere: i suoi soggetti sono l’elemento figurativo, il cielo è solo uno sfondo.

La mia pittura invece ha proprio come soggetto il cielo, l’atmosfera, la luce intensa di un tramonto o di un notturno, che vado a collocare come parte essenziale dell’immagine. Al figurativo, al contrario, voglio dedicare poco spazio.

Una spiegazione, riflessiva dell’intimo, esiste:

la mia intenzione è quella di esprimere e trasmettere emozioni; che sono poi quelle stesse che provo in certi momenti di una giornata, dove sensazioni forti riemergono da una parte profonda del mio animo:

è il momento in cui sento forte il desiderio di pace, di serenità, di energia viva, di libertà immensa e di apertura spirituale…

Si dispiega così  la parte “astratta” delle mie opere, un’astrazione di sensazioni, di impressioni profonde, che mi piace avvertire, e mi piace ricomunicare, in qualche modo.

In fondo credo che l’Uomo sia fatto di Ragione ed Anima e in questo dualismo riconosco la realtà dell’essere. In me la Causa Prima è nell’Anima, che è volontarietà e passione, la parte sentimentale di ognuno di noi, attraverso la quale vediamo e notiamo cose che con la Ragione non ci potremmo mai spiegare.

La Ragione occupa uno spazio meno importante, nel mio pensare, ed è per me strumento funzionale per eseguire quello che l’Anima m’ ispira a volere.

In definitiva, la parte “astratta” ed emotiva, così essenziale e preponderante del mio dipingere, tende a caratterizzare così profondamente il mio pensare, il mio spirito, la mia concezione della vita stessa, che mi scopro ad attribuire alla mia pittura un’importanza vitale: maniera limpida e sincera di comunicare, ma anche filosofia, politica, religione, preghiera… e tante altre cose.

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Realizzo opere che a chi le vede suscita la frase: “rilassano”. Oppure “emozionano”, “non mi stancano”…

Questo qualunque cosa raffiguri.

Motivo del fatto che la mia pittura è figurativa astratta. Vale a dire: vi è senz’altro una parte figurativa, che attinge dallo stile impressionista e dalla sua influenza; rielaborata e immersa, però, in una parte preponderante di atmosfera e di colori che evocano sensazioni ampie di silenzi e di aperture nel vuoto. Silenzi che però parlino. E vuoti che però riempiano.

La mia originaria passione a fare pittura e disegno residua nella parte figurativa. Ma mia attuale passione per la pittura riposa nel voler comunicare emozioni, cosa che si realizza nella parte astratta delle opere.

Con la pittura esprimo la parte di me che non vuole vivere di maschera il quotidiano, che anela ad amori sublimi, a ideali di libertà e ad una vitalità universale, che trascende lo spazio ed il tempo. In questo manifesto un tratto metafisico che è difficile per me descrivere, ma che provo e colgo nella sensazione che provo in certi momenti della mia vita quando mi fermo a riflettere sulla mia vita, sul mondo, e sul senso dell’esistere.

 Inoltre l’aspetto estetico: ricerco la bellezza estetica perché è così che intendo l’Arte in generale, che è vettore del bello e del senso estetico.

Così nelle pennellate si può scorgere una bella musica, che è quella che ascolto, belle poesie che son quelle che leggo, bei film che son quelli che vedo, una bella letteratura che è quella che seguo, e il forte desiderio del bello.

L’Arte è per me anche un atto di amore: verso gli altri da me, per farli star bene e provare belle sensazioni, e per me che sono qui, piccolissimo, di fronte ad un universo, immenso, tutto da ammirare.

 Il mio dipingere è comunque un viaggio. Per me e per chi vede le mie opere. Un viaggio interiore, a cercare una risposta a milioni di domande, solo e in piena solitudine, ma con lo scopo di poter stare insieme con tutti.

Pur fermo nel mio laboratorio, questo viaggio ha inizio, fin dalla prima pennellata di colore… sulla tela… il viaggio, in fondo, vorrei che non finisse mai…

così si ripete, si ripete, si ripete…

Ricerco nel mio dipingere un’armonia tra fisico e metafisico, un’interazione tra Ragione ed Anima, Passione ed Intelletto…

Astrazione, e rievocazione, di sensazioni che provengono dalla Realtà conosciuta… ma da questa si distaccano, e la superano, e l’abbandonano, fino a darne significati ed implicazioni diversi, surreali, più strettamente connesse con la parte emotiva e sentimentale di ognuno di noi.

 

 
 
 
 
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