Malipiero

MALIPIERO

 Marylin 2009

Piero Maffessoli, in arte MALIPIERO

 

 

Malipiero (Piero Maffessoli)

Piero Maffessoli, in arte MALIPIERO, nasce a Brescia nel 1934.
Si è occupato tutta la vita di riviste d’arte, e ne ha fondate due.
Malipiero abbandona il pennello per usare il mezzo espressivo per eccellenza della nostra epoca: l’immagine.
E’ esponente del movimento FLUXUS e sostenitore della POESIA VISIVA, apprezzata da un sempre più numeroso pubblico.
Sue opere si trovano a Chicago, il Cairo, Parigi e in numerose collezioni in Italia e all’estero.
Dopo aver collaborato con la rivista d’arte “Numero”, diretta da Fiamma Vigo, Malipiero ha fondato la rivista “Visual” con Antonio Bueno, Edoardo Sanguinetti, Ermanno Migliorini, Achille Bonito Oliva, Umberto Eco, Giuseppe Chiari, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Gualtiero Nativi. Più tardi ha fondato la rivista “Meta – parole e immagini” diretta da Claudio Cerritelli.
Il tempo passato in tipografia tra scrittori ed artisti e soprattutto con le loro opere, lo ha profondamente contagiato. A contatto stretto col rapidissimo susseguirsi di immagini, la sua attenzione è attratta dalla loro invadenza nel campo della comunicazione: la realtà fittizia e illusoria, che tuttavia influenza le nostre scelte. Il silenzio della immagine è eloquentissimo. Un’immagine è parola e tuttavia spesso suggerisce proprio il significato opposto. Ha una lettura che è denuncia di ciò che è rappresentato.
La forza evocativa di una immagine viene rafforzata o stravolta dalla composizione. La ripetizione ossessiva di un viso ne dà un significato simbolico, come se la vita fosse uno scorrere di volti, una realtà che già non esiste più non appena colta nell’immagine.
Malipiero fa delle sue immagini elaborazioni della parola. Egli le plasma e le modella caricandole di un significato nuovo. In questo senso poesia visiva: è uno scambio tra le arti.
Le sue opere sono collages su tavola o su cartoncino. Sono realizzati partendo da fotografie lavorate mediante tagli longitudinali paralleli. Le strisce sottili, ricavate da immagini diverse, sono interposte tra loro, dando una illusione come di astrazione, di sovrapposizione in lontananza. Sono racconti a volte pieni di colore, a volte realizzati in bianco e nero.
E’ una tecnica complicata che dà un risultato pieno di fascino, derivato dal contrasto tra soggetti diversi messi in un suggestivo confronto.
I ritratti sono presi dal mondo del cinema, della moda, del calcio, etc., da Marilyn alla Gioconda. I volti femminili delle dive sono interposti alle bellezze classiche della storia dell’arte, o emergono dallo skyline di New York. Il tutto mescolato con sapiente ironia.

Maria Teresa Majoli

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