Marco Raffaele

Marco Raffaele è nato nel 1984 a Catanzaro, dove vive e lavora.

Artista autodidatta, realizza il suo primo graffito nel 1998 in un manifestazione locale di arte urbana. Compare poi nel film Jeeg Robot di Gabriele Mainetti come “writer streetartist”. Dopo un  lungo periodo dedicato alla street art e all’ aerosol  sperimenta nuovi materiali e nuove tecniche, come la lavorazione della vetroresina. Inizia il suo percorso espositivo e partecipa a numerose mostre e rassegne in ambito nazionale ed internazionale.

“Il mio approccio all’arte ha avuto inizio nel 1998 come writer e fino al 2014 mi sono interessato alla realizzazione d’arte urbana e street art. In seguito ho sperimentato nuove tecniche di pittura e nuovi materiali e  sono rimasto affascinato dalla vetroresina che ha attirato profondamente il mio interesse, spingendomi a sperimentare la sua lavorazione.

La vetroresina mi trasmette uno stimolo creativo e mi dà la possibilità di dar forma all’ immaginazione, esternando una mia dimensione intima e dando spessore ai miei pensieri. Creo così, da autodidatta, dei “quadri-scultura” o meglio sculture da parete.

Lavorando con la vetroresina, nella sua metamorfosi dallo stato liquido di lavorazione allo stato solido, percepisco emozioni. Questo passaggio dà la sensazione che il pensiero attraversi una nuova dimensione e che la materia ne sigilli la forma.

Tutti i giorni le persone si proiettano in altre dimensioni (pregando, rivolgendo un pensiero ad un defunto, facendo uso di stupefacenti, ecc..), creando una coesistenza tra due dimensioni, quella mentale e quella materiale, involontariamente,  per bisogno emotivo o per trovare una giustificazione alla propria esistenza. Anche io sento il bisogno emotivo di proiettarmi in altre dimensioni in cui spiritualmente creare la mia esistenza.

Le mie opere nascono in una di quelle dimensioni e attraversano un portale, “uno stargate”: esso unisce il pensiero e la materia, valorizzando la creazione in sé.

Nel processo creativo i materiali in uso vengono associati ad un’ idea, lavorati con un’ anima e imprigionano un’ emozione. I pensieri prendono forma, sono visibili e occupano spazio in questa dimensione materialistica. Penso che creando facciamo coesistere due dimensioni, quella mentale  magica con quella materiale terrena, in un unico gesto.”

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